Un ruolo determinante è necessariamente affidato ai Comuni e alla loro capacità di attivare attorno al Piano soggetti quali il mondo del terzo settore, le forze sociali ed economiche, le fondazioni bancarie ed in generale tutte le reti associative, comunitarie, professionali, anche di natura informale, esistenti ed operanti nel rispetto ambito territoriale.

Una visione fondata dunque sulle capacità complessiva di costruire una efficace strategia partecipativa dell’insieme dei soggetti che vivono la realtà di ogni singola area interna, come elemento costitutivo del programma, del coinvolgimento e della compartecipazione a livello locale delle forze sociali, delle altre forme di rappresentanza civica, delle associazioni di utenti, dei cittadini, al fine di far emergere bisogni e priorità, quale fattore di ulteriore responsabilizzazione dei decisori pubblici, a partire dagli Enti locali, nelle diverse espressioni ed ai vari livelli di governo e di spesa, articolando così con maggiore chiarezza i rapporti interistituzionali e il modello di governance multilivello.
Nell’ambito delle attività di competenza dei Comuni, va quindi valorizzato e reso sistemico e strutturale l’apporto delle forme di auto-organizzazione dei cittadini e dei corpi intermedi attraverso la modellizzazione di esperienze già validate soprattutto rispetto alla sostenibilità, durata e capacità di resilienza e di fusione, così come il ruolo del terzo settore, passando sempre più dall’istituto della co-progettazione a quello della co-programmazione.